Accadde a Pechino. Quattordici scrittori per una capitale.

di Alberto Toso Fei, Piero Colaprico, Danila Comastri Montanari, Giancarlo De Cataldo, Giorgio Faletti, Marcello Fois, Isaia Iannaccone, Carlo Lucarelli, Bruno Morchio, Margherita Oggero, Feng Hua, He Jiahong, Nanpai Sanshu, Qiu Xiaolong

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Si intitola “Accadde a Pechino” il libro edito nel 2010 dall’Istituto italiano di Cultura della capitale asiatica, a seguito del Convegno internazionale tra scrittori italiani e cinesi di Giallo, Noir e Mistero tenutosi a Pechino e Tianjin nell’ottobre del 2009, e protrattosi poi per alcuni autori a Dalian, Xian, Shanghai, Chongqing e Canton.

Per la prima volta in Cina, quindici fra i maggiori scrittori italiani e cinesi di noir si sono incontrati e hanno confrontato le loro esperienze, su iniziativa dell’Istituto Italiano di Cultura di Pechino e con la collaborazione di Alessandro Vaccari, intervenendo inoltre a una serie di tavole rotonde e conferenze in diverse università.

Da questa esperienza è nato un doppio volume, pubblicato in italiano e cinese (con due distinte copertine “ribaltabili”), che contiene racconti inediti di Piero Colaprico, Danila Comastri Montanari, Giancarlo De Cataldo, Giorgio Faletti, Marcello Fois, Isaia Iannaccone, Carlo Lucarelli, Bruno Morchio, Margherita Oggero e Alberto Toso Fei fra gli italiani; Feng Hua, He Jiahong, Nanpai Sanshu e Qiu Xiaolong fra i cinesi.

Si tratta di brevi racconti divertenti, romantici, originali, scritti da quattordici fra gli scrittori del genere più importanti di Italia e Cina e ambientati soprattutto nella capitale cinese, che ogni autore ha interpretato col suo stile e collocato in epoche e situazioni molto diverse tra loro.

In attesa di una possibile edizione in Italia, “Accadde a Pechino” può essere richiesto all’Istituto Italiano di Cultura: libreria.iicpechino@esteri.it Costi: Cina, Rmb-Yuan 50; estero, Euro 13, spedizione aerea compresa.

 

Ecco un breve estratto da “La Regina del Gelo”, il racconto di Alberto Toso Fei:

 

“[…] Accese il computer e vi trasferì il file dalla macchina fotografica. Riguardò il filmato alcune volte, trattenendo il fiato, ma anche rallentandolo di molto non riuscì a cogliere nulla di diverso dall’impressione provata la prima volta. Solo che, vista sullo schermo, quell’immagine non le infondeva più nessuna emozione; era come se la osservasse freddamente, con distacco. Poi, però, le venne un’idea: selezionò alcuni frame del filmato e li importò nel programma fotografico.

Quando riuscì a ingrandire il primo file, quasi si sentì mancare: sotto il ghiaccio, luminosa e inconfondibile, si stagliava una figura femminile, dotata di una fosforescenza azzurrognola uniforme, vestita di abiti tradizionali. Tentò un ingrandimento di alcuni particolari: i vestiti le dissero poco, così come i gioielli che la donna indossava, troppo sgranati nell’immagine per poter capire qualcosa; il viso era dolcissimo, regolare, di giovane donna. La parte sinistra dell’ovale quasi non si vedeva, era indefinita, e questa incompletezza impediva di vedere un occhio, in tutte le immagini. L’altro occhio era aperto, sereno, sembrava addirittura guardare nell’obbiettivo, come se quella donna fosse consapevole – in qualche modo – di ciò che stava avvenendo quando Xiaomei aveva acceso la telecamera. Rimase a fissare quel volto a lungo, interiorizzando quei tratti. Decise che il giorno dopo si sarebbe data malata.

 

Quella notte sognò se stessa bambina, immersa nell’acqua di un lago ghiacciato, sospesa sotto la bianca crosta posata sulla superficie. Ogni cosa era azzurrissima, e dall’alto arrivava una bella luce. Sotto l’acqua la bambina poteva respirare, e non sentiva per niente freddo. Improvvisamente al suo fianco comparve una principessa, vestita di bellissimi abiti, coi lunghi capelli neri fluttuanti, che la fissò sorridendo. Anche la bimba sorrise: la principessa era straordinariamente bella.

Poi cambiò il punto di vista, e Xiaomei vide se stessa bambina con gli occhi della principessa. Adesso lei era la principessa. Infine il sogno si spostò su un piano ancora diverso, che comprendeva entrambe, sospese in questa visione amniotica, come se a fissarle sotto il ghiaccio ci fosse una terza persona e Xiaomei fosse questa persona. Era da molto tempo che non si sentiva così serena. […]”

Anno di pubblicazione: 2009

Genere: Narrativa